Chefchaouen

Una vacanza a Chefchaouen parte sempre dalla visita della sua Medina e della Kasbah che ospita un rigoglioso giardino, un museo etnografico e una galleria d’arte con opere di artisti locali. Il museo, invece, racconta la storia della città attraverso antiche immagini. La Grande Mosquée non è aperta a chi non è di fede musulmana ma si può ammirare dall’esterno. Il Ras el-Maa, il fiume che scorre appena fuori dalla Medina, forma delle belle cascate e, oltre le colline, appena fuori dalla città, si estende il Parco Nazionale di Talassemtane ideale per fare trekking e avvistare diverse specie di animali.

I periodi migliori per viaggiare a Chefchaouen sono la primavera e l'autunno, quando le temperature sono miti e le giornate abbastanza lunghe. D'estate come in tutto il Marocco può fare molto caldo, mentre in inverno considerato che ci troviamo in montagna, bisogna prepararsi a temperature piuttosto rigide ma potrebbe anche essere il periodo ideale per vedere la città senza il consueto affollamento di turisti.

A Chefchaouen potete assaggiare le prelibate specialità della cucina marocchina. Una su tutte il cous cous, condito a seconda dei gusti con verdure, carne e pesce. Da assaggiare anche le pietanze cotte in tajine, tipico contenitore in coccio, dallo stufato con le prugne al pollo al limone. La harira è un altro piatto tipico, cioè una zuppa a base di pomodoro con ceci, carne, lenticchie e pasta simile alle nostre tagliatelle, mentre la harissa è una salsa piccantissima da gustare con altre pietanze come la carne. Importantissimo il rito del tè.

Se vi trovate a Chefchaouen nel mese di luglio allora non perdete Alegria. Si tratta di un evento di due giorni in cui si celebra la diversità tra le culture attraverso musica, mostre, spettacoli e tanto buon cibo.

In molti si chiedono perché Chefchaouen sia dipinta di blu. In realtà, non esiste una risposta chiara, ma ci sono diverse teorie. La prima attribuisce la scelta a una comunità semitica, che faceva parte dei fondatori della città, la quale decise di dipingere le case di blu per avvicinarsi a Dio, perché il blu è considerato il colore del paradiso. La seconda teoria sostiene che il blu sia un semplice rimedio contro le zanzare. Ma la verità secondo gli abitanti del posto è che la città è stata dipinta di blu per contrastare la luce accecante del sole.